lunedì 22 marzo 2010

The Fall of 1960: i Canadians e il buzz marketing

<a href="http://ghostrecords.bandcamp.com/album/canadians-the-fall-of-1960">A Great Day by Ghost Records</a>
Leggo per caso questo tweet e ho una folgorazione: se c’è scritto “progetto folle”, cercano me. Così contatto dietnam, che seguo su Twitter, che spiega via email a me e agli altri interessati che verremo coinvolti nella promozione web del nuovo disco del suo gruppo, i Canadians. Per il nuovo album in uscita il 9 aprile, The fall of 1960, i ragazzi hanno scelto il buzz marketing. Via email hanno inviato il codice del player e altre info sul disco e su di loro, e hanno suggerito la settimana in cui parlarne, lasciando completa libertà ai coinvolti.

Penso: finalmente! Era ora che anche i gruppi indie italiani (o chi per loro), solitamente del partito “preferisco-fumare-in-sala-prove-piuttosto-che-smanettare-col-marketing-web”, si rendessero conto che il buzz è un’ottima opportunità anche per loro.
Quindi: agisco. Ascolto l’album e vi dico la mia su questo gruppo, anche se non suonano propriamente la musica che adoro io.
Mi piace immaginare (chissà se ho ragione) che i ragazzi, prima di chiudersi in sala prove per registrare quest’album, si siano ascoltati a ripetizione Smashing Pumpkins, Wheatus, Beatles, Rooney, Perturbazione, Foo Fighters (azzarderei: soprattutto The colour and the shape), oltre a Weezer e Beach Boys, che compaiono nel comunicato stampa. Quindi se amate tutti questi gruppi, schiacciate subito play.

Tra i brani, non mi ha convinta la traccia Leave no trace. Ho apprezzato invece la traccia d’apertura A great day, ma anche Yes man, che mi ricorda tanto Turn turn turn dei The Byrds, e la chicca The richest dumbass in the world, che mi convince che preferisco la voce di Massimo a quella di Duccio (anche se ritengo che quella di Duccio sia più adatta al genere musicale). La mia preferita rimane la spora dopo la canzone di chiusura Open letter to an alpine marmot (se di spora si tratta, e non di errore nel player), essendo io amante di chitarre roboanti alla Foo Fighters e Deftones.Una segnalazione per i puristi della linguistica come me: ecco un gruppo indie italiano che canta in inglese (più americano che british) dopo aver imparato come si pronuncia, e non prima.
Insomma,
forse not my cup of tea, ma bravi, ragazzi. Ora capisco perchè avete suonato al SXSW 2008.

Chissà se siete così bravi da rispondere anche a questo post e fomentare il buzz.



2 commenti:

Dietnam ha detto...

Risponderò con calma in nottata! Per ora ti dico solo "GRAZIE!" :)

Fraintesa ha detto...

Prego! anzi grazie a voi dell'opportunità di improvvisarmi critica musicale. Cercansi altre cavie ;)

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