martedì 30 marzo 2010

Il 2.0 e chi non c'è più

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Scrivi in chat a una tua amica che hai appena saputo che è morto un suo conoscente, e te ne dispiace. Lei ti risponde che lo conoscevi anche tu. La sensazione che no, non è possibile, poi tiri fuori il giornale dove avevi visto il titolo di sfuggita "Schianto in moto", uno di quei titoli che leggi distrattamente perchè pensi "tanto di sicuro non lo conoscevo ". Poi leggi il sottotitolo e scopri che era un tuo amico.
L'hai scoperto in chat. E l'altro ieri vi siete sentiti su Facebook.
E corri a vedere la sua bacheca, e scopri che è piena di amici (e "amici") che lo salutano per l'ultima volta. E rifletti sul fatto che lui, come te, era appassionato di tecnologie, di web 2.0 ed era diventato sviluppatore di applicazioni iPhone. Scopri dal blog del suo laboratorio che comunque lanceranno presto l'applicazione a cui stava lavorando, e le daranno il suo nome.
Scopri da Facebook, sulla sua bacheca, dove e quando sarà il funerale.
Ti chiedi perchè cazzo non la chiudono, la sua bacheca, che è un magone enorme vedere gli amici che gli scrivono e gli dedicano canzoni struggenti.
Poi speri che almeno per lui non facciano quello che è successo al tuo amico americano, morto poco tempo fa: una pagina facebook ad hoc, il wall of condolences. Per te è troppo.
Poi pensi a cosa avrebbe voluto lui in questa situazione: Necronomicon (il nome da cui aveva tratto il suo nome fake su facebook), ironia e un brindisi con una birra.
Quindi Alba io ti dedico le parole tratte dal tuo libro preferito: "Ha superato la morte e non ha più nulla da temere: ora è lì nel buio senza tempo che aspetta, ora è lì nel silenzio senza vita che medita, ora è lì che, in qualche modo, continua a vivere. Non ha fretta di raggiungere i suoi scopi. Non ha nulla da temere" e ti dedico anche questo mio tweet.
Cheers, mate!



lunedì 22 marzo 2010

The Fall of 1960: i Canadians e il buzz marketing

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<a href="http://ghostrecords.bandcamp.com/album/canadians-the-fall-of-1960">A Great Day by Ghost Records</a>
Leggo per caso questo tweet e ho una folgorazione: se c’è scritto “progetto folle”, cercano me. Così contatto dietnam, che seguo su Twitter, che spiega via email a me e agli altri interessati che verremo coinvolti nella promozione web del nuovo disco del suo gruppo, i Canadians. Per il nuovo album in uscita il 9 aprile, The fall of 1960, i ragazzi hanno scelto il buzz marketing. Via email hanno inviato il codice del player e altre info sul disco e su di loro, e hanno suggerito la settimana in cui parlarne, lasciando completa libertà ai coinvolti.

Penso: finalmente! Era ora che anche i gruppi indie italiani (o chi per loro), solitamente del partito “preferisco-fumare-in-sala-prove-piuttosto-che-smanettare-col-marketing-web”, si rendessero conto che il buzz è un’ottima opportunità anche per loro.
Quindi: agisco. Ascolto l’album e vi dico la mia su questo gruppo, anche se non suonano propriamente la musica che adoro io.
Mi piace immaginare (chissà se ho ragione) che i ragazzi, prima di chiudersi in sala prove per registrare quest’album, si siano ascoltati a ripetizione Smashing Pumpkins, Wheatus, Beatles, Rooney, Perturbazione, Foo Fighters (azzarderei: soprattutto The colour and the shape), oltre a Weezer e Beach Boys, che compaiono nel comunicato stampa. Quindi se amate tutti questi gruppi, schiacciate subito play.

Tra i brani, non mi ha convinta la traccia Leave no trace. Ho apprezzato invece la traccia d’apertura A great day, ma anche Yes man, che mi ricorda tanto Turn turn turn dei The Byrds, e la chicca The richest dumbass in the world, che mi convince che preferisco la voce di Massimo a quella di Duccio (anche se ritengo che quella di Duccio sia più adatta al genere musicale). La mia preferita rimane la spora dopo la canzone di chiusura Open letter to an alpine marmot (se di spora si tratta, e non di errore nel player), essendo io amante di chitarre roboanti alla Foo Fighters e Deftones.Una segnalazione per i puristi della linguistica come me: ecco un gruppo indie italiano che canta in inglese (più americano che british) dopo aver imparato come si pronuncia, e non prima.
Insomma,
forse not my cup of tea, ma bravi, ragazzi. Ora capisco perchè avete suonato al SXSW 2008.

Chissà se siete così bravi da rispondere anche a questo post e fomentare il buzz.



 

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